venerdì 11 luglio 2014

Some reasons to believe...

Oggi  proprio non riesco a stare bene.
Cerco umanità.. ho bisogno di buone notizie di sapere che starò bene, che sopravviverò.
Oggi mi mancano molte persone diverse e qualcuna in particolare.
Proprio perchè non c'è stata la possibilità di dire alcune cose, la possibilità di salutarsi...

Mi mancano le occasioni perdute.

Poi a pranzo mi è venuto in mente un ricordo di qualche anno fa... la Cambogia... il momento esatto in cui mi resi conto che ci sono tragedie che non capiremo mai, ma mai avrei pensato che un giorno invece le avrei capite.
Era l'agosto del 2011, il primo week end da sola laggiù... ero tra i templi di Angkor e andai a visitare il museo delle mine anti uomo .... Nel diario scrissi questo:

"... ho visitato il museo delle mine anti uomo, dovrebbe essere tappa obbligatoria per chiunque venga in Cambogia. E' piccolo, ma pieno di bombe e missili; ti da una perfetta idea delle ferite della Cambogia. Dietro ospita un centro di accoglienza per bambini vittime di mine; non è visitabile a meno che non si ottenga un permesso specialissimo. Ho intravisto una ragazza sui 15 anni a cui mancava la gamba sinistra dal ginocchio in giu. Camminava perfettamente senza stampelle. Mi ha lacerata. Era la sua vita normale, 30 secondi della sua vita quotidiana, eppure è stato davvero terribile. Angkor è circondata da bande di mutilati che si mettono a suonare appena arriva un turista. La prima la guardi, anche un po' incuriosita, l'ultima la oltrepassi velocemente sperando che non suonino. Di nuovo, come per i bambini, è una cosa che mi rattrista molto. Quella gente è stata sventrata da bombe che non hanno nulla a che fare con loro e non gli resta molto altro da fare che spettacolarizzare le loro protesi...."

Ricordo quella ragazzina... e mi ricordo cosa provavo io a guardarla. mi chiedevo come si potesse essere tanto forti da andare avanti senza un pezzo di te. come si potesse essere felice, ridere di nuovo. Mi sento così simile a lei in questo momento. Mi domando cosa deve aver pensato quando è esplosa la mina ... forse non vado troppo lontana se dico non deve essere stato tanto diverso da quando mi hanno detto "è maligno e dobbiamo toglierlo in fretta". Il dolore fisico di quella ragazza io non posso immaginarlo, ma il mio dolore è in divenire. I nostri percorsi sono convergenti... a lei prima è venuto il dolore e poi la paura (perchè non credo si sia resa conto di cosa è successo nel momento in cui è successo); per me è il contrario, prima la paura e poi ci sarà il dolore.
A tutte e due mancherà un pezzo. Certo che io sono più fortunata, il mio pezzo non è così visibile, non devo ricominciare a imparare a camminare, nessuno guardandomi da fuori coglierà in me la ferita. La sua è decisamente più visibile.
Eppure lei sorrideva. Anzi, io poche persone ho visto felici come quei bambini meraviglia che giocavano a calcio senza gambe.
Prego di avere la stessa forza nell'accettare tutto questo e continuare a sorridere. Anzi ad essere felice, che è un'altra cosa.



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