mercoledì 30 luglio 2014

La fine è il mio inizio....

Oggi  mi è venuto di pensare a Terzani, uno dei miei scrittori preferiti. E mi è venuto di pensare a lui perchè mi ha accompagnato in Cambogia, perchè mi ha tenuto compagnia tra i monsoni e nei Killing Fields... La mia battaglia, la Cambogia allora rappresentava per me un sfida enorme per dimostrare a me stessa che valevo qualcosa in un momento in cui avevo bisogno di capire chi ero. E la Cambogia oggi è per me il mio pensiero felice. Mi serve la forza che ho trovato laggiù.

La mia battaglia oggi è vivere contro ogni altra possibilità. Ho dormito veramente male sta notte. Ieri sera ho cominciato a salutare gli amici che partono per le vacanze, e io mi sento così male in questo momento perchè invidio chi ha la possibilità di divertirsi. Per queste vacanze avevo mille progetti se ci penso mi viene un'enorme rabbia... prima doveva essere il venezuela, poi le prime vacanze col mio ragazzo, poi di nuovo il venezuela, ora il nulla... E sono tre anni che non ho un momento di leggerezza spensierata e mi chiedo onestamente quando l'avrò di nuovo. E mi mancano i bei momenti, mi mancano gli amici che hanno scelto di allontanarsi dalla mia vita, mi manca la mia vita prima anche se non era assolutamente perfetta.

Poi ieri sera sono tornata a casa e ho pianto forte perchè ho paura del cambiamento terribile che subirà la mia vita e che proprio non voglio. Ho paura della sera prima dell'operazione, che credo passerò a toccarmi il seno (senza implicazioni altre...), mi rifiuto categoricamente di accettare di fare la chemio che non voglio e che credo il mio corpo rifiuterà in maniera violenta, non ho chiesto questo cambiamento e non lo voglio.

Così come mille altre cose che sono successe quest'anno. Non volevo l'allontanamento di alcune persone ma è successo e lentamente il cuore se ne fa una ragione. Il mio cervello si farà una ragione di questo periodo. Ma veramente non riesco a pensarmi senza un seno mio, o senza la speranza di avere figli. Non ci riesco punto. Oggi proprio non ci riesco.

Dicevo che pensavo a Terzani "Una strada c'è nella vita, e la cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici «Oh, ma guarda, c'è un filo!». Quando vivi, non lo vedi, il filo, eppure c'è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, tu credi, dal tuo libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che innanzitutto è il tuo istinto", e quanto è vera questa cosa...  Io penso da giorni a questa mia vita così incasinata e mi rendo conto che tutte le cose che mi sono successe mi hanno portata qui ed, in qualche modo assolutamente assurdo, ad avere gli strumenti con cui lottare. Le scelte fatte, le persone incontrate, i sorrisi e gli abbracci sono stati determinati dal mio istinto, è vero... ho percorso 32 anni di strada ogni tanto cadendo dal marciapiede, ma sono ssempre andata avanti.

"Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione". Come io sto facendo un'ossessione del mio seno. Ieri ho conosciuto una donna fantastica, sui 70 operata 20 anni fa di mastectomia totale. Lei con moltissima disinvoltura mi ha mostrato la sua ferita dicendomi "un donna, una vera donna, non è le sue tette. Cara io non sono meno donna di te perchè non ho un seno". ed è vero... io se l'avessi solo sentita parlare e non vista le avrei dato 20 anni e sarei pure stata molto invidiosa di lei perchè aveva un carisma davvero affascinante. "Siamo donne oltre alle gambe c'è di più" cantava una canzone decisamente meno colta tanti anni fa.... eppure c'è della saggezza in quelle parole. E' che io in questi giorni veramente non vorrei affrontare tutto. Ieri sera mi sono ritrovata a chiedermi ancora "è tutto vero? sta veramente succedendo a me? e se non mi operassi e lasciassi tutto così?" e il pensiero di farlo veramente è consolatorio, il pensiero di rimanere "intatta" di non soffrire di non affrontare tutto. Ma quanto durerei? Sarei davvero forte abbastanza da battere il cancro senza toglierlo? Ci sono cose nella vita che vanno allontanate... è necessario tagliare alcune cose per cercare la pienezza, è la crescita... Credo sia necessario togliere il cancro per vivere... purtroppo devo arrendermi all'idea..

""Io chi sono?". La risposta sta nel porsi la domanda, nel rendersi conto che io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono quello che posseggo, non sono i rapporti che ho, non sono neppure i miei pensieri, non le mie esperienze, non quell'Io a cui teniamo così tanto. La risposta è senza parole. È nell'immergersi silenzioso dell'Io nel Sé. " ... io non sono il mio corpo... quanto è difficile questa cosa. Ma ho bisogno del mio corpo per Esserci. Per vivere. Chi sono io? Mi suona oggi come "Adamo dove sei?" ... Chi sei monica? Dove sei adesso? Perchè chi sono nessuno potrà togliermelo mai... Ma quanta fatica, quanta e tutti i giorni. Me lo dissero anche in Cambogia tanti anni fa... E' una fortuna essere poveri, non avere altro che sè stessi, perchè te stesso nessuno potrà mai portartelo via, mentre soldi, macchine, ecc ... sono tutte cose che si perdono o ti vengono tolte... Io chi sono? Dove sono? Nei ricordi mi verrebbe da rispondere oggi, e chi sono? una donna estremamente spaventata.

"Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso." Viaggiare è sempre stato anche il mio modo di vivere, ma io la malattia come viaggio devo ancora prendercela. Di sicuro, come Terzani non mi ci sono preparata a questo viaggio, e di sicuro sarà il più impegnativo... E come dopo ogni viaggio tornerò diversa, con uno sguardo più intenso e profondo. Ieri sempre quella donna mi ha detto che le persone come me non muoiono, che sono le persone come me a vincere la malattia, perchè il mio sorriso - ha detto - splende nonostante tutto di gioia e non c'è traccia di tristezza o depressione in me. Non hai paura della sofferenza mi ha detto, si vede che l'hai già affrontata in altri modi. E' questo il filo da cui sono partita. Ho già affrontato la sofferenza nella mia vita e non mi sono mai tirata indietro. Mi sono sentita come Gesù nel deserto la settimana scorsa, tentata in mille modi diversi dal maligno per farmi desistere, per darmi buoni motivi per assecondare la malattia. Ma poi un inaspettato gesto di gentilezza, una carezza profumanta di nardo, un abbraccio dato gratuitamente da una persona che non mi conosce ma che ha colto ed accolto la mia rabbia e la mia sofferenza, mi ha fatta respirare di nuovo. Il mondo ha bisogno di tenerezza... e io in questo momento enormemente.

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